Ji Luf

Ji Luf

Ji Luf

 

Dice una leggenda Valsesiana che nella notte dei tempi, quando ancora non esistevano paesi nella Valle, un cacciatore salendo verso il Castello del Gavala sia stato preso da una tempesta di neve, e smarritosi arrancò fino a perdere i sensi per la stanchezza e per il freddo, il suo ultimo pensiero fu la morte certa per assideramento. Fu per lui una sorpresa quando il sole illuminandolo lo risvegliò completamente attorniato e scaldato da un branco di lupi.  lo avevano seguito nella caccia e ancora lo avevano seguito, increduli, quando si avvicinava la tempesta di neve e non aveva fatto nulla per ripararsi, questo animale in caccia, ricoperto di pelli non sue e con il muso senza pelo, temerario ma per nulla saggio o esperto, meritava comunque di vivere. Fu il primo contatto tra uomo e coloro che sarebbero diventati gli “amici dell’uomo” per antonomasia. Il Cacciatore, scendendo, per non allontanarsi troppo da quello che, ora, era “il suo branco” mise un accampamento proprio all’incrocio dei due fiumi, e da li non si mosse più. Quell’accampamento senza nome divenne nei tempi War-Ade, Varade, Varal e infine Varallo, e il suo simbolo fu sempre un Lupo che guarda dietro se per non perdere nessuno nella tempesta. Ora Varallini sapete perché gli altri Valsesiani vi chiamano “ji Luf”.

 

Jaffa

 

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